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Domenica 16 ottobre, all’Antico Palazzo di Città, in via Giolitti 1, a Piazza, sarà presentato il volumetto di poesie in lingue naturali dell’area alpina e pedemontana “Na giornà d’oton caminand”, con le opere dei poeti in piemontese, provenzale, franco-provenzale, walser, noares e varianti liguri del Piemonte e Valle d’Aosta.
L’iniziativa letteraria si ripete in città fin dal 1967, quando ebbe vita il concorso “Salutme ‘l Mòro”, ispirato ad una lirica famosissima del cittadino Carlo Baretti. E’ l’unica attività letteraria delle due regioni a dar voce a tutte le espressioni originarie delle varie comunità locali. Il livello lirico è assolutamente elevato, ben lontano dalle banalità rimaiole quasi sempre caratterizzate nei versi popolareschi. L’introduzione del poeta Valerio Rollone prevede
” …E oggi siamo ancora qui ad aprire questo volumetto con l’emozione di sempre per farci confidare, in musica di versi, il sentire d’anime che i poeti ci offrono. Camminando per queste pagine, ci troveremo tra scintille, musiche e voci di una festa dei fieni, saremo invitati, con ricchezza di sensazioni, ad ascoltare il canto che la natura porge al nostro cuore, con un gomitolo affascinante di parole saporite un albero ci svelerà il suo nome che germoglia voce e vita, sapremo, con ironia, la differenza tra illusione e sapienza ci troveremo a contemplare la bellezza e la pace delle montagne in una sera d’estate e se ci sembrerà solamente un sogno un mondo governato dalla poesia, perché troppi tossici lo avvelenano, la fantasia potrà darci gli occhiali adatti per cambiarlo ai nostri occhi. I versi che andremo a leggere ci diranno, con delicata nostalgia, che un vecchio ospedale resterà solo con i suoi ricordi, ma anche ci canteranno sereni che bastano poche cose buone per farci contenti, ci confermeranno l’eterna speranza che l’amore annienterà il male e che questo tempo di male e di dolore annuvolato dalla paura, sarà illuminato dal sole della pace. Le pagine che andiamo a sfogliare ci mostreranno, con pennellate quasi impressionistiche, una stazione, luogo di fretta e di tenerezza, di speranza e di cruccio, ci faranno vedere il ritratto di una mamma tessuto di profonda dolcezza mentre un’altra mamma ci confiderà la sua dolce debolezza di amare”.
Tra i nomi di maggiore spicco: Gamba, Bellino, Revelli Tomatis, Bonino Priola, Massimino, Tomatis, Susa per i piemontesi, Arneodo, abello, Castagnino per i provenzali, Bacher e Favre per i walser, Vuillermoz per i franco-provenzali, Balossini e Graziani per i noares, Bolia e Nicolino per i liguri del garessino. A far corona ai convenuti le opere d’arte “Grazie dei fior” e brano musicali classivi dei fratelli Federico e Gabriele Tala ed il violino di Ludovica Ambrogio.
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