Occhiali da sole a forma di cuore più belli

2022-10-08 17:33:15 By : Ms. Amanda Yang

Pregiudizi, fraintendimenti e cultura popolare attorno a un innocuo paio di occhiali da sole.

Lolita era uscito a New York nel giugno del 1962. Il poster e gli annunci sui giornali presentavano Sue Lyon in bikini con un paio di occhiali da sole a forma di cuore e un lecca-lecca, accompagnata da una domanda, o piuttosto da una sfida: Come hanno fatto a girare un film su Lolita? "Non l'hanno fatto", aveva scritto il recensore del New York Times. Il film era andato bene al botteghino nonostante le reazioni divergenti dei critici, ma l'attrazione era stata di breve durata. Il pubblico aveva riempito le sale anticipando scene osé e sesso scandaloso, quello che aveva trovato sullo schermo erano l’ego di Kubrick e il suo senso dell’ironia. Il film era buffo, assurdo, tragico, ma non salace - non avrebbe potuto essere all'altezza delle aspettative montate dalle pubblicità, considerando la censura. Il risultato finale era anche lontano dal blockbuster immaginato da Kubrick, sebbene gli avesse dato la visibilità che desiderava. La risposta di Nabokov, nel frattempo, era stata cauta ma gentile, considerando che aveva steso più di una sceneggiatura tratta dal suo stesso libro, ma Kubrick le aveva a malapena utilizzate. In una delle immagini più ampiamente riconosciute della Lolita di Vladimir Nabokov, lo specchietto retrovisore di un'auto incornicia stretto il viso di una ragazza bionda e dalla pelle chiara. Il suo sguardo precoce attira la nostra attenzione da dietro gli occhiali da sole a forma di cuore appollaiati sul naso. La montatura è di un rosso acceso, un abbinamento perfetto con la bocca della ragazzina, lucida come sciroppo, e il lecca-lecca che si posa tra le sue labbra. Ma caramelle e occhiali da sole non sono mai apparsi nel romanzo di Nabokov del 1955. Quel che sorprende ancora di più, è che non sono apparsi nemmeno nel film di Stanley Kubrick del 1962: sono oggetti di scena selezionati dal fotografo di moda Bert Stern, che aveva scattato le foto promozionali per il lancio del film di Kubrick. Stern, noto per la sua fotografia innovativa negli anni d’oro della pubblicità (un Mad Men in carne e ossa) e passato alla storia per The Last Sitting, la serie di ritratti intimi e sensuali di Marilyn Monroe commissionato da Vogue, aveva portato l'allora tredicenne Sue Lyon, accompagnata dalla madre, in un negozio tutto-a-5-centesimi a Sag Harbor, nella parte orientale di Long Island. “Sono entrato nel negozio e ho visto tutti questi occhiali da sole a forma di cuore, bastoncini di zucchero e altre cose divertenti che sono diventate gli oggetti di scena per le riprese. Non avevo visto il film ma ho sottolineato i passaggi del libro di Nabokov che avrebbero dato spunti per le immagini. Lavoro sempre con parole che diventano immagini”.

Gli occhiali da sole a forma di cuore sono, in un certo senso, l’evoluzione delle tradizionali montature iperfemminili dello stile cat-eye, queste a loro volta il risultato del boom economico che seguì la seconda guerra mondiale ed ebbe sicuramente i suoi effetti anche nella moda. Liberati dalle preoccupazioni delle carenze in tempo di guerra, le persone erano libere di essere più frivole con i loro accessori. L’industria dell'occhialeria in particolare ha beneficiato in quegli anni di una risorsa improbabile: gli artigiani dei pettini ornamentali. Con sempre meno clienti in un’industria che perdeva velocemente popolarità, conoscevano il loro mestiere e avevano familiarità con il materiale, così si sono dedicati alla progettazione di occhiali da sole divertenti e decorati che sarebbero diventati la norma, con le loro forme vorticose e surreali, che facevano riferimento a cigni, farfalle, occhi di gatto, piume e, ovviamente, cuori. L’immagine di Lolita scattata da Bert Stern ha così pervaso la coscienza popolare che anche coloro che non hanno mai letto il libro di solito sanno cosa significa chiamare una ragazza ‘Lolita’: essere una Lolita e, per associazione, portare gli occhiali giocosi a forma di cuore, tradotto nella lingua della cultura popolare di oggi, significa fare la ninfetta, l’ingénue sfacciata, la sirena adolescente, affascinante e precoce. È un pregiudizio che ricompare costantemente anche sulle copertine dei libri di Nabokov, che trasmettono la (falsa) impressione di Lolita come una giovane seduttrice, quando in realtà il personaggio è vittima del compassato professor Humbert Humbert e derubato della sua giovinezza. La discrepanza tra il design delle copertine e i temi del romanzo è netta, considerando che la visione sessualizzata di Lolita perpetuata dalla cultura popolare ha ben poco a che fare con il testo del romanzo di Nabokov, in cui Lolita non è una seduttrice adolescente ma una dodicenne abusata sessualmente. Quando il romanzo fu pubblicato per la prima volta nel 1955 aveva una copertina semplice e verde, su esplicita richiesta di Nabokov, che non voleva nessuna ragazza raffigurata. Da allora, il libro ha cambiato centinaia di copertine e di design, ma il debito nei confronti di quella fotografia di Stern, quegli occhiali a cuore e quel lecca lecca, è sempre palese. Non conta più il fatto che sia un ritratto impreciso del personaggio, è diventata l'immagine ufficiale di Lolita e rimarrà onnipresente, come dimostrano la maggior parte delle copertine di Lolita che si trovano nelle librerie e nelle biblioteche, con i loro lecca-lecca, il rossetto rosso, le mutandine arruffate e le fragole, oltre a molti altri riferimenti sibillini all'anatomia femminile e, soprattutto, gli occhiali a forma di cuore, resi iconici dal poster dall'adattamento cinematografico di Stanley Kubrick, ma che nel film, quasi a voler tradire la memoria di tutti, non compaiono mai.